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I migliori scrittori italiani contemporanei. I libri da leggere

Magistrati, giornalisti, sceneggiatori, intellettuali, criminologi. Ma prima di tutto, scrittori italiani contemporanei che hanno saputo dare lustro alla letteratura del Bel Paese.


Scrittori italiani contemporanei

Di scrittori italiani contemporanei ce ne sono tantissimi, ma fra loro ce ne sono alcuni che rappresentano il vero patrimonio culturale del nostro paese.


A vario titolo, questo va detto. Alcuni per la loro sconfinata produzione letteraria, altri per la loro cifra stilistica, altri ancora per la maestria con cui hanno saputo affrontare anche i temi più spinosi e le sperimentazioni più all’avanguardia. Insomma, sono moltissimi.


Per una carrellata sui migliori scrittori italiani, abbiamo quindi deciso di selezionarli in base ai premi letterari vinti, nella convinzione che, sebbene non sempre garantiscano l’apprezzamento del pubblico, rappresentano comunque riconoscimenti importanti, in grado di diffondere l’opera letteraria degli autori, anche fra i lettori meno appassionati.



Umberto Eco - Il nome della rosa - Premio Strega 1981


Fare affermazioni del genere è sempre difficile, ma con Umberto Eco ci si può spingere ad affermare che può essere considerato come uno dei più grandi scrittori italiani contemporanei. Scomparso nel 2016 a 84 anni, Eco viene ricordato non solo per i suoi romanzi, ma per la sua fine cultura. Laureato in filosofia all’Università di Torino, viene considerato un intellettuale di fama mondiale, grazie alla sua capacità di spaziare dalla narrativa alla saggistica, passando per la semiotica e le importanti collaborazioni con i più importanti giornali italiani.

Il suo primo romanzo, “Il nome della Rosa”, gli vale un successo planetario. Tradotto in 47 lingue e venduto in oltre 30 milioni di copie, questo romanzo gli regala anche uno dei più importanti riconoscimenti letterari del nostro paese, il Premio Strega. Il racconto è ambientato nel medioevo, un periodo storico che lo scrittore conosce molto bene, ed è colorato di giallo. Il protagonista, infatti, sarà chiamato ad indagare su alcuni misteriosi omicidi all’interno di un monastero, cupo e inaccessibile almeno quanto i frati che lo abitano.


Elena Ferrante – L’amore molesto - Premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante 1992


Talentuosa scrittrice italiana, Elena Ferrante in realtà potrebbe essere chiunque, visto che il suo nome è solo uno pseudonimo, dietro al quale, come lei stessa ha affermato, desidera celare la sua vera identità per non soccombere sotto il peso della notorietà.

Le ipotesi più accreditate la identificano come Anita Raja, moglie dello scrittore Domenico Starnone, ma in realtà, non è importante. Ciò che importa, invece, è che con la quadrilogia “L’amica geniale”, tradotta in ben 40 lingue, questa scrittrice contemporanea italiana ha conquistato il mondo intero, con una storia che si espande nel tempo e nello spazio.

Ma il Premio Procida lo vince con l’opera prima “L’amore molesto”, che qualche anno dopo finirà sul grande schermo per mano del regista Mario Martone. Il romanzo scandaglia in profondità il rapporto madre-figlia, un'operazione di introspezione che alla scrittrice riesce particolarmente bene e che diventerà, nel tempo, il suo biglietto da visita. La storia prende le mosse dalla morte di Amalia, madre della protagonista narrante, che nel tentativo di compiere un’indagine sull’accaduto, si vedrà costretta a ripercorrere il proprio passato, fino a scoprire la verità. Soprattutto quella su se stessa.


Gianrico Carofiglio – Il passato è una terra straniera - Premio Bancarella 2005


Barese, classe 1961, Carofiglio è stato molte cose: magistrato, senatore, karateka cintura nera sesto dan. Oggi è soprattutto uno scrittore, autore di polizieschi avvincenti, che catturano l’attenzione con quella spasmodica attenzione ai particolari e ai comportamenti, propria dei pubblici ministeri. Lo scrittore è un uomo di legge e si vede, ma dai suoi romanzi emerge sempre un lato introspettivo, come se in fondo volesse riconoscere una certa umanità anche ai criminali più feroci. Come Camilleri, ha dato vita a due personaggi, l’avvocato Guido Guerrieri e il maresciallo Pietro Fenoglio, che hanno animato molti dei suoi romanzi. Ma è con la storia di due semplici ragazzi che Carofiglio si porta a casa il suo premio.

“Il passato è una terra straniera” racconta infatti la strana amicizia fra un giovane di buona famiglia, Giorgio, e un giovane baro, Francesco, che non disdegna di far soldi anche con il traffico di droga. Il primo non riesce a sfuggire al fascino del secondo, ma quando le cose si fanno troppo spinte, cercherà salvezza altrove, lasciando l’amico al suo destino. Una salvezza impossibile da trovare, perché il peso del rimorso non gli lascerà scampo.


Andrea Camilleri – La danza del gabbiano - Premio Letterario Cesare Pavese 2009


Chi non conosce Andrea Camilleri? Il papà del Commissario Montalbano è ormai noto a tutti e non poteva mancare in una breve disamina degli scrittori italiani contemporanei più importanti. Sceneggiatore, docente di regia all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica, drammaturgo e regista teatrale, Camilleri esordisce come scrittore nel 1978 con il romanzo “Il corso delle cose”. Ma il vero successo lo ottiene con la saga del noto commissario siciliano, la cui notorietà viene amplificata a dismisura grazie alla serie TV, in cui un fenomenale Luca Zingaretti dà corpo e voce al simpatico investigatore.

Non vi stupirà, quindi, sapere che il premio letterario lo vince proprio con uno dei romanzi dedicati a Montalbano. Il quindicesimo, per l’esattezza, forse uno dei più cupi, in cui l’investigatore appare sempre più stanco e disincantato. Il pensiero della morte, della vecchiaia, della fine è diventato un chiodo fisso ed è ben rappresentato dall’immagine iniziale di questo poliziesco, in cui il protagonista assiste alla morte di un gabbiano sulla spiaggia nei pressi di Vigata. Forse un presagio?


Niccolò Ammaniti – Come dio comanda – Premio Strega 2007


L’amore per il cinema di questo scrittore romano è evidente. Infatti, non solo scrive romanzi di successo, ma si impegna anche a portarli sullo schermo, firmandone le sceneggiature. Questo il destino di quasi tutti i suoi romanzi, a cominciare da “Branchie”, il libro che lo ha portato al successo nel 1994. Da lì in poi, la strada è in discesa: tutte le sue opere raggiungono il grande pubblico e riscuotono l’apprezzamento di grandi registi, quali Gabriele Salvatores e Marco Risi, che gli affidano l’incarico di scrivere la sceneggiatura di alcune delle sue opere.

“Io non ho paura”, romanzo del 2001, ottiene un grande successo di pubblico e critica, tanto da fargli vincere il Premio Viareggio per la Narrativa, ma è con “Come Dio comanda” che si aggiudica il prestigioso Premio Strega. Un racconto che si snoda in un paesino immaginario del nord, nelle cui strade si aggirano un padre violento e un figlio, che nutre un amore sconfinato per l’unico genitore rimastogli. Un libro che affronta tematiche difficili e scandaglia l’animo di protagonisti alla deriva, ma ancora capaci di amare.


Alessandro Baricco – Oceano Mare – Premio Viareggio 1993


Nel 2020, Baricco vince il Premio Campiello alla carriera. Giustamente, si potrebbe aggiungere. Nato nel 1958, fin dal suo esordio questo scrittore contemporaneo italiano si impone nel panorama della narrativa generazionale, quella in cui il protagonista rifiuta categoricamente l’evoluzione verso una piena maturità, pur di mantenere inalterata la sua visione del mondo. A differenza di altri scrittori, non ha bisogno di macinare libri su libri per raggiungere il successo, perché fin dalla pubblicazione di “Castelli di rabbia” nel 1991, oltre al gradimento del grande pubblico, ottiene anche il Premio Selezione Campiello. Un autore raffinato, per chi non disdegna una scrittura elegante e riflessioni profonde.

Il premio più importante vinto da Baricco è sicuramente quello conquistato a Viareggio nel 1993, con il romanzo “Oceano Mare”. Una storia decisamente surreale ,che prende il via dal naufragio di una fregata francese, in seguito al quale l’equipaggio incontrerà una miriade di personaggi stravaganti. Il mare diventa la metafora dell’esistenza, indagata con uno stile suggestivo ed evocativo.


Tiziano Terzani – Premio Luigi Barbini 1997


Se vi state chiedendo che razza di riconoscimento letterario sia il premio Barbini, sappiate che non lo è. In realtà, è un riconoscimento giornalistico, che Tiziano Terzani si è meritato a pieno titolo. Ed allora, che ci fa un giornalista nell’elenco dei più importanti scrittori italiani contemporanei? Ci sta perché Terzani ci ha lasciato alcuni fra i più intensi reportage mai scritti, che pur parlando di politica, storia ed economia, si leggono come dei veri e propri romanzi, perché i protagonisti sonopersone comuni, incontrate dall’autore durante i suoi viaggi come inviato speciale.

E visto che nessuno dei libro di Terzani ha vinto un premio letterario, vi lasciamo con un suggerimento: iniziate a leggere un libro a caso fra “Un indovino mi disse”, “Buonanotte signor Lenin”, “In Asia” e “Un altro giro di giostra”. Fidatevi: vorrete leggere anche tutti gli altri.


Oriana Fallaci – Niente e così sia – Premio Bancarella 1970


Come non annoverare Oriana Fallaci fra le scrittrici italiane più rappresentative del ventesimo secolo? Un po’ come Terzani, la Fallaci nasce come giornalista e i suoi libri hanno tutti il tipico taglio dei reportage. Forse, l’unico che fa eccezione è “Penelope alla Guerra”, scritto nel 1962, prima che la scrittrice si innamorasse della guerra vera. E non perché fosse una militarista convinta, anzi, ma perché in qualità di reporter prese parte a tutti i più importanti conflitti del XX secolo,dalla guerra del Vietnam all’attrito indo-pakistano, passando per la guerra civile in Grecia. Il suo fiuto giornalistico, inoltre, la spinse ad essere sempre al posto giusto nel momento giusto e la sua fama le consentì di ottenere preziose interviste con i grandi della storia.

Ma delle sue opere citeremo “Niente e così sia”, il libro con cui vinse il Premio Bancarella nel 1970. La scenografia è quella del Vietnam in fiamme, a cavallo fra il 1967 e il 1968, proprio il periodo in cui le gesta americane cominciavano a fare il giro del mondo, suscitando sdegno e disapprovazione, soprattutto nel mondo studentesco. Il libro contiene le testimonianze di alcuni fra i personaggi secondari di quel conflitto, soldati americani e vietnamiti, intrappolati entrambi in qualcosa di più grande di loro.


Dacia Maraini – La lunga vita di Marianna Ucria - Premio Campiello 1990


La vita di questa grande scrittrice contemporanea italiana è stata decisamente piena e avventurosa. Dal soggiorno in un campo di concentramento in Giappone durante la seconda guerra mondiale, alla frequentazione dei massimi esponenti letterari del ventesimo secolo, Dacia Maraini ne ha di cose da raccontare. E in effetti lo fa. La sua bibliografia è davvero corposa e spazia dai romanzi alle raccolte di poesie, passando per saggi e sceneggiature. La ricordiamo perché ha saputo interpretare, meglio di molte altre, tematiche complesse, come l’infanzia, il femminismo e vari temi sociali, di cui riesce a sviscerare anche i lati più oscuri e meno dibattuti.

Qui, però, la citiamo per via del Premio Campiello che vince nel 1990 per il suo romanzo “La lunga vita di Marianna Ucria”, una sua antenata siciliana, vissuta nel Settecento e costretta ancora tredicenne a sposare uno zio. Un libro che consente all’autrice di interrogarsi sul ruolo e sul destino delle donne e che anni più tardi affascinerà il regista Roberto Faenza, il quale lo porterà sullo schermo, vincendo diversi premi cinematografici.


Roberto Saviano – La paranza dei bambini – Orso d’Argento per la sceneggiatura 2019


Scrittore, sceneggiatore e giornalista italiano dei nostri giorni, Saviano balza alle cronache dopo la pubblicazione del romanzo “Gomorra”, nel quale indaga i rapporti fra criminalità organizzata e realtà politiche ed economiche del territorio campano. Un esordio che lo metterà nel mirino della camorra, al punto da costringerlo a vivere sotto scorta. Colto e preparato, questo scrittore italiano contemporaneo risulta parecchio divisivo: d’altronde la sua schiettezza lo ha sempre portato a dire la sua su temi molto delicati e, come è ovvio che sia, questo non può piacere a tutti.

Sarà per questo, forse, che non ha mai vinto un premio per la sua produzione letteraria. E allora, perché ne parliamo? Perché nel 2019 vince l’Orso d'Argento al festival di Berlino per la sceneggiatura del film “La paranza dei bambini”, tratto da un suo romanzo. La storia narra le vicende di un gruppo di ragazzi napoletani, che attratti dai soldi facili e dal potere, si lasciano assoldare dalla camorra fin dalla più tenera età. Una racconto sulla perdita dell’innocenza e sul fascino perverso di valori disfunzionali, quali violenza e sopraffazione.


Donato Carrisi – Il suggeritore - Premio Bancarella 2009


Da uno laureato in giurisprudenza e specializzato in criminologia e scienze del comportamento, non ci si poteva aspettare altro che diventasse un acclamato scrittore italiano contemporaneo di libri gialli. Uno dei pochi, a dire la verità, che ha saputo ricalcare le orme dei grandi autori americani, che del genere crime sono maestri indiscussi. Probabilmente conoscerete l’autore come regista e vincitore del David di Donatello nel 2018 per il lungometraggio “La ragazza nella nebbia”, ovviamente tratto da un suo romanzo. Ma qui lo citiamo per un altro motivo.

Più precisamente, lo ricordiamo per essere stato il vincitore del Premio Bancarella del 2009, ottenuto con il romanzo noir “Il suggeritore”. La storia è di quelle che vi terranno incollati al libro fino all’ultima pagina. Il romanzo si muove fra serial killer e bambine scomparse, ma ciò che avvince è la costruzione della trama, che svela un indizio alla volta, in un continuo giochi di specchi che cela la verità. Da leggere tutto d’un fiato.


Erri De Luca – Montedidio - Prix Femina Étranger 2002


Nato nel 1950, Erri De Luca diventa adulto vivendo a pieno la stagione del ‘68, esperienza che lo porta ad aderire con entusiasmo alle lotte studentesche dell’epoca. Dopo la fine della militanza nel gruppo extraparlamentare Lotta Continua, svolge diversi mestieri prima di scoprire l’amore per la scrittura. Un amore che in breve tempo gli consente di diventare opinionista dei maggiori quotidiani nazionali e scrittore di libri caratterizzati da uno stile poetico ed evocativo.

“Montedidio” è il romanzo con cui nel 2002 vince il Prix Femina, un premio francese assegnato da una giuria tutta al femminile. Ambientata nel quartiere napoletano che da il titolo al libro, la storia ci racconta il percorso di crescita personale di un adolescente, sullo sfondo di una Napoli brulicante di vita. Scorrevole, vivo, catartico.


Wu Ming – Il sentiero luminoso – Premio Le Ghiande 2016


Ad essere sinceri, il premio lo vince Wu Ming 2, al secolo Giovanni Cattabriga, uno dei membri del collettivo di scrittori che sale alla ribalta con il romanzo “Q”. Anche se quindi non è propriamente Wu Ming che vince il premio, l’abbiamo voluto inserire in questa lista di scrittori italiani contemporanei perché rappresenta una novità nel panorama letterario del nostro paese. In cinese, il nome significa “senza nome”, ma questo non significa che i membri del collettivo siano sconosciuti. Come loro stessi spiegano, infatti, sta solo a sottolineare la loro ferma volontà di non cedere alle lusinghe della notorietà, spingendo il pubblico ad apprezzare la produzione letteraria, piuttosto che lo scrittore. Per coerenza, Wu Ming concede il download gratuito di tutte le sue opere, sempre scritte a più mani, con cui rielabora in chiave romanzata vicende storiche realmente accadute. Per approfondire, oltre al già citato “Q”, vale la pena leggere “Asce di guerra”, che ripercorre l’avventurosa vita di Vitaliano Ravagli, antifascista e combattente in Indocina, e le drammatiche vicende di quella parte di mondo alle prese con le guerre della metà del ventesimo secolo.

Il premio istituito da CinemAmbiente, però, lo vince solo Wu Ming 2, con un libro che racconta il lungo viaggio a piedi fra Bologna e Milano, in una Pianura Padana fortemente antropizzata, che regala all’autore l’occasione per ragionare di politiche ambientali. Un gesto politico e militante che è poi la cifra distintiva di tutto il collettivo.


Italo Calvino- Il barone rampante - Premio Viareggio 1957


Tra gli scrittori italiani contemporanei non poteva mancare la figura di Italo Calvino, uno degli intellettuali più conosciuti e impegnati del Novecento. Nato all’Avana nel 1923, lo scrittore cresce però in Italia, ritrovandosi invischiato nelle dense vicende storiche e politiche dell’epoca. Partigiano e comunista, pubblica il suo primo romanzo, “Il sentiero dei nidi di ragno”, nel 1947 e da lì in poi fluttua con eleganza fra diversi stili narrativi, spaziando dal neorealismo alla scrittura allegorica-simbolica.

“Il barone rampante” è l'opera con cui vince il Premio Viareggio. All’apparenza si tratta di una curiosa fiaba per bambini, ma in realtà fornisce molti dettagli e interessanti chiavi di lettura del periodo che intercorre fra la Rivoluzione Francese e la Restaurazione. I temi sono quelli cari allo scrittore: le diseguaglianze sociali, la ribellione, il valore della cultura. Una cultura che a Calvino di sicuro non mancava.


Elsa Morante - L’isola di Arturo - Premio Strega 1957


Straordinario talento del Novecento, Elsa Morante è l’autrice del romanzo “La storia”, inserito dal Norwegian Book Club nella lista dei migliori 100 libri di sempre. La Morante è una romana doc, che vive sulla propria pelle i drammatici momenti dell'occupazione nazista, tema che tornerà prepotente in questo magnifico romanzo, che trascina il lettore nei quartieri popolari della Capitale, in compagnia di personaggi densi e poetici. Densi come la vita della scrittrice: figlia di un’ebrea in fuga, moglie di Alberto Moravia, amante di Luchino Visconti, poetessa, traduttrice e saggista, la Morante merita a pieno titolo di essere inserita fra i migliori scrittori italiani contemporanei.

“L’isola di Arturo”, con cui vince il Premio Strega, è un romanzo di formazione, introspettivo e profondo. Ambientato nell’isola di Procida, il romanzo racconta il passaggio dalla purezza ai primi turbamenti attraverso gli occhi del protagonista. Il quale alla fine farà l’unica scelta possibile: abbandonare l’isola, in cui come la vita convivono appaganti certezze e cocenti delusioni.


Termina qui la carrellata sui maggiori scrittori italiani contemporanei. Adesso sta a voi onorare la loro carriera, leggendo le loro opere e mantenendo vivo il ricordo degli impagabili protagonisti che hanno saputo conquistare il cuore di giurie e pubblico.


Buona lettura!


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