Il Messico di Pino Cacucci : i libri da leggere prima di un viaggio nel paese latino americano
Appassionato di viaggi, libertario e vicino al movimento anarchico, Pino Cacucci ha la capacità di raccontare i luoghi attraversandone la storia. Vista sempre dal punto di vista degli ultimi.
Avete mai letto un libro di Pino Cacucci? Se lo avete fatto, lo ricorderete di sicuro.
E non solo perché è un bravissimo scrittore, capace di evocare tutta la complessità di vicende storiche drammatiche, ma perché è in grado di dare voce ai vinti, a quei protagonisti di cui la storia ufficiale non si occupa quasi mai.
Ma cosa sarebbe la storia, senza il punto di vista degli sconfitti?
Pino Cacucci gli restituisce dignità, mosso da quella passione politica che lo ha animato fin dai suoi anni giovanili.
Nato a Chiavari nel 1995, lo scrittore si trasferisce per motivi di studi nella Bologna degli anni 80, dove respira l'atmosfera libertaria e l'attivismo politico, che ancora bruciavano gli animi degli universitari, dopo le lotte studentesche degli anni 70.
In seguito, vivrà per lunghi periodi in America Latina, ma soprattutto in Messico, del quale si innamorerà attraversandolo in lungo e in largo, indagandone le contraddizioni grazie alla sua sensibilità politica e al suo sguardo mai disattento.
Attento osservatore del movimento no global degli anni 90, Cacucci scrive in modo semplice, ma allo stesso tempo non può fare a meno di manifestare la sua simpatia per i ribelli, per quelli che non mollano mai, quelli che vivono seguendo i propri ideali, ai quali non rinunciano nemmeno quando tutto è perduto.
Perché quando si crede in qualcosa, bisogna andare fino in fondo. E, come recita il titolo di uno dei suoi libri più celebri, “In ogni caso, nessun rimorso”.
Il Messico è stato la sua casa per lungo tempo ed è diventato la scenografia delle sue opere più conosciute: biografie intense, certo, ma anche libri leggeri e divertenti, nei quali non manca mai di porre l'accento sulla tragedia della diseguaglianza e della povertà.
Pronti a fare un viaggio nell'affascinante paese latinoamericano?
Il Messico di Pino Cacucci
Il libro è scritto da Pino Cacucci, ma chi parla sono gli innumerevoli protagonisti che affollano le sue pagine. Per parlare del Messico e stilare un suo personalissimo diario di viaggio, lo scrittore sceglie, infatti, di far parlare le persone che incontra, i messicani più autentici, quelli che affollano i luoghi conosciuti e meno conosciuti di questo immenso e contraddittorio paese.
Com'è nel suo stile, Cacucci dà voce alla gente semplice: meccanici, gommisti, allevatori, indios e uomini ormai persi nell'alcol, che nel Messico di oggi è diventato una vera e propria piaga. In questo modo, l'autore permette al lettore di affondare nelle vicissitudini dei protagonisti, attraverso le quali rivela un po' di questo paese. Un paese che, con sfrontata indifferenza, riesce a far convivere la povertà disumana della periferia di Città del Messico, con lo sfarzo artefatto di Cancun, un illusione di benessere ad uso e consumo dei soli turisti. Un libro semplice, per un paese che di semplice non ha proprio nulla.
Come abbia potuto fare, un uomo, a dare vita al mondo interiore, ai dolori, alle fragilità e alle speranze deluse di una donna dall'animo ricco e tormentato, rimane un mistero. Ma tant'è, Pino Cacucci ci è più che riuscito. Con Viva la vida, infatti, lo scrittore dà vita a un intenso monologo di Frida Kahlo, una delle pittrici più importanti del 900, nonché attivissima iscritta del Partito Comunista Messicano, al quale si iscrisse nel 1928.
Le parole sono quelle di una donna che, ormai vicina alla morte, rievoca la sua vita, il suo rapporto con la politica e con l'arte, il difficile rapporto d'amore con Diego Rivera e il dolore, non solo fisico, causato dal grave incidente che le impedì di poter diventare madre e la costrinse a lunghi periodi di immobilità, busti e morfina. Un monologo straziante, per capire a fondo la complessità di quest'artista e il suo rapporto con l'esistenza e il le vicende politiche del suo paese.
Cacucci è intensamente affascinato dai personaggi che tratteggia e lo si nota sempre. Ma in questo libro traspare di più di una semplice fascinazione. Ciò che trapela da queste pagine è l'ammirazione per una donna, Tina Modotti, che ha saputo vivere la Storia del suo tempo. Anzi, si può quasi dire che sia stata la Storia a dipanarsi, sfruttando l'esistenza di quest'attrice e fotografa italiana, votata alla causa comunista e all'ambiente “bohèmien” della Città del Messico della prima metà del 900.
Amica di personaggi come Diego Rivera, Frida Kahlo, Robert Capa ed Ernest Hemingway, Tina Modotti viene riportata in vita dallo stile unico di Cacucci, che mescola sapientemente avvenimenti storici di portata epocale con le vicende più intime della fotografa. Un intenso ritratto di una donna dalla personalità sfaccettata, costruita sull'amore per la libertà e per gli ideali.
Con questo romanzo, Cacucci coglie al volo l'occasione e con la scusa di scrivere un thriller politico, tratteggia il paese che tanto ama, il Messico, disegnandolo da Tijuana, al confine con gli Stati Uniti, alla frontiera con il Guatemala.
La storia è avvincente. È il racconto di un'improbabile amicizia, fra un killer americano e un giornalista italiano. Freddo e pragmatico il primo, idealista e passionale il secondo, si troveranno indissolubilmente legati, nel tentativo di compiere quella che potrebbe essere l'ultima avventura della loro vita. Una lettura piacevolissima, scandita dal ritmo incalzante della storia e condita con gli odori, i colori e i rumori di un Messico che non ne vuole proprio sapere di arrendersi al colonialismo yankee.
Le balene lo sanno: sanno che lungo le coste della Baja California, la più grande penisola del mondo, che corre nell'Oceano Pacifico per ben 2000 chilometri, esistono dei veri e propri “santuari”, vaste riserve naturali nelle quali questi cetacei si ritrovano, incontrano e riproducono.
Questa volta Cacucci decide di raccontare la parte più autentica del Messico, quella ignorata dal turismo d'oltreoceano e attraversata di corsa dai gringos americani, che la percorrono solo per raggiungere La Paz, nell'estremo lembo meridionale della penisola. Il libro è un lungo diario di viaggio, che ripercorre il girovagare dello scrittore da sud a nord, dal sole tiepido di La Paz al caos frenetico di Tijuana, e raccoglie le riflessioni di chi vede quanto l'uomo possa impattare negativamente su un ambiente altrimenti ricco di deserti, cactus e spiagge. E di balene, che al contrario dell'uomo, continuano a visitare queste sponde, dimostrando nei nostri confronti una benevolenza che non sempre abbiamo contraccambiato.
L'ironia tragicomica di questo romanzo di Cacucci è stata magistralmente restituita da Gabriele Salvatores, con il film omonimo del 1992, nel quale Diego Abatantuono veste i panni dello sfortunato protagonista.
Leggero e divertente, il libro narra le disavventure di un italiano, che in seguito a seri guai con la polizia, fugge prima sull'Isola d'Elba, poi in Spagna e infine in Messico, a Puerto Escondido, dove incontra un altro italiano. Insieme i due si getteranno in picaresche avventure, che alla fine sono solo un riuscitissimo ed intelligente escamotage per raccontare la povertà, il traffico di droga e la corruzione di questo paese, che però alla fine riesce sempre a cambiare chi impara ad amarlo.
Cacucci ha dimostrato più volte di saper utilizzare con grande maestria la narrazione tragicomica, ma con questo romanzo si supera. Il libro parla delle vicende del San Isidro Futból, scalcagnata squadra di calcio di un piccolissimo paesino al confine fra Oaxaca, Veracruz e Puebla, il cui sindaco è pieno di buone intenzioni, ma poco può fare per un campo di calcio al centro del quale cresce un albero.
Per questa ragione la piccola squadra gioca sempre fuori casa e, per disegnare le righe del campo, il consiglio cittadino decide di utilizzare un “concime” bianco, trovato in grandi sacchi rinvenuti nella giungla. Ovviamente il contenuto dei sacchi non è concime, ma cocaina, e se ne avvantaggerà uno dei giocatori, che caduto sfinito su una delle righe, inalerà la polvere e segnerà un gol dopo l'altro, portando la sua squadra alla vittoria. Fresco e divertente, questo è un altro libro dell'autore da cui, nel 1995, è strato tratto il film Viva San Isidro, con il sempre eccellente Diego Abatantuono.
Parliamoci chiaro: il Messico è un paese complesso e nessun libro potrà mai restituire l'intensità delle sue contraddizioni e del suo fascino. Ma i libri di Cacucci vi consentiranno di intuirne l'essenza e di portarvi a casa un pezzetto della sua realtà.
E chissà, forse anche di farvi innamorare di questo splendido paese.
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