Viaggio "on the road" : i libri per trovare l'ispirazione
Perché amiamo così tanto i libri di viaggio on the road? Perché nessun altro genere letterario regala lo stesso senso di libertà. Così come nessun altro modo di viaggiare ci permette di conoscere altrettanto bene luoghi e persone.
Libri di viaggi "on the road" recensiti in questo articolo:
Ogni libro di viaggio ha il suo valore, perché comunque vada, ci fornirà nuove notizie e informazioni preziose. Sarà un po' come aver viaggiato davvero. Ma i libri di viaggio on the road sono un'altra cosa, perché è il viaggio in se stesso che è un'altra cosa.
Il suo scopo, infatti, è il viaggiare, non la meta, è il percorrere chilometri in tutta calma, non spingere sull'acceleratore, è il non avere una destinazione e lasciarsi trasportare dal caso e dagli eventi. Insomma, non è proprio un'esperienza per tutti!
E a maggior ragione, se questa non è la vostra tipologia di vacanza, allora dovreste dedicare un po' del vostro tempo ai libri di viaggio on the road, che vi restituiranno il fascino unico di un modo di andare, che ricorda più i pellegrinaggi degli antichi viandanti, degli avventurieri di una volta, che non le ferie mordi e fuggi di oggi.
Viaggiare on the road significa attendere per ore un autobus su uno sterrato in mezzo alla foresta, per poi scoprire che è stato soppresso. Raggiungere una frontiera a bordo di un cassone di un camion. Spostarsi viaggiando sul tetto di scalcagnate corriere, che oltre al doppio dei passeggeri consentiti, trasportano anche polli e maiali.
Partire per andare in un luogo e cambiare idea a metà strada, solo perché qualcuno vi ha parlato di un luogo molto più interessante o perché avete deciso di seguire qualcuno che vi ha affascinato.
Insomma, viaggiare on the road è più un'avventura che una vacanza, ed ecco perché l'argomento ben si presta a diventare fascinoso soggetto di sorprendenti opere letterarie.
Libri di viaggio on the road: l'importante è andare!
Quando si parla di libri di viaggi on the road, il pensiero corre subito all'indimenticabile “On the road”, con il quale un giovane Jack Kerouac ci portava a passeggio per l'America della Beat Generation. Ma da allora, ne è passata acqua sotto i ponti ed oggi ci sono decine e decine di libri sui viaggi on the road che meritano una lettura.
Cominciate da questi sei!
Questo libro di viaggio on the road, nasce in seguito a una scommessa, che l'autore fa con il suo caporedattore: riuscire a percorrere l'intera Africa lungo la rotta seguita dalla famosa gara di rally Parigi-Le Cap. Ecco quindi che Ramazzotti si ritrova ad Algeri, a guardare verso sud, verso il sud-Africa, dal quale lo separano ben 13.000 chilometri di deserti, brousse, giungle, villaggi.
Come tutti i viaggiatori on the road che si rispettino, anche Ramazzotti percorre tutto il suo itinerario via terra, affidandosi ai temerari mezzi di trasporto che ogni giorno sfidano sterrati, fango, incidenti e pericoli di ogni sorta. Autobus, certo, ma anche taxi, cassoni dei camion, biciclette, treni merci, barchini e inquietanti automobili, che da noi non potrebbero nemmeno circolare.
Ma il vero valore aggiunto di questo libro di viaggio on the road è la dovizia di particolari con cui l'autore racconta l'Africa degli anni 90, il periodo in cui fece questo avventuroso viaggio. Genti, situazioni politiche, usi e costumi, tutto viene descritto con la sentita partecipazione dell'autore, che come pochi altri vi permetterà di viaggiare nel continente nero e perché no, di innamorarvene. Puoi trovare il libro a su a questo link
Se amate i libri di viaggio, già conoscerete l'autore, che si è sempre distinto per il suo stile narrativo, intriso di quell'ironia dissacrante che ne fa uno degli scrittori di viaggio più piacevoli da leggere.
In “America perduta” ci catapultiamo nella fine degli anni 80, quando Bryson decide di tornare sul suolo natio per un itinerario che da Des Moines, nell'Iowa, lo porta verso la costa est, attraversando sia il sud, che il nord degli Stati Uniti. 22.475 chilometri percorsi a bordo di una Chevette, da cui si fa scarrozzare in giro come pochi turisti fanno: senza una meta precisa, senza soffermarsi solo sui punti di interesse turistico, ma lasciandosi guidare dai ricordi, dalle suggestioni, dalla causalità.
L'America di cui ci parla Bryson è un paese molti diverso da quello che ricordava e le sue considerazioni sono ora malinconiche, ora arrabbiate, nel non riconoscere più i luoghi della sua infanzia. Un viaggio on the road classico, per un libro pungente, sarcastico ed emozionante, che non mancherà di motivarvi ad intraprendere un'avventura nella sconfinata terra americana. Il libro é disponibile qui
Con questo libro entriamo a piè pari nella letteratura di viaggio, se non altro per la grandezza dell'autore, di cui si possono condividere o meno le idee politiche, ma non si può discutere la grandezza.
Questo è il racconto di un viaggio in motocicletta, compiuto dal futuro Comandante e dal suo amico d'infanzia Alberto Granada, i quali ancora studenti di medicina, salgono a bordo di due ruote e percorrono in lungo e in largo il Sud America del 1951.
I due attraversano l'Argentina, il Cile, il Perù, la Colombia e il Venezuela, ma non aspettatevi un mero racconto di viaggio. L'autore è pur sempre il Che, quindi preparatevi a guardare a questi paesi con l'occhio critico e puntuale di chi, anni più tardi, si metterà in gioco nell'illusione di poter creare un mondo migliore. Lo sguardo è quindi quello di un sognatore, sensibile e appassionato, che non può rimanere indifferente di fronte alle contraddizioni di un continente ricchissimo, ma privato del proprio futuro dagli interessi della geopolitica e delle multinazionali.
Lo spirito è invece ben riassunto nella sua stessa affermazione: “Viaggiamo per viaggiare”, la vera ragione per cui i viaggiatori on the road si mettono in viaggio. Che poi è la stessa ragione per la quale leggere questo libro: per viaggiare, sia pure solo attraverso le parole di un giovane uomo, che di lì a poco sarebbe diventato una vera e propria icona.
Anche in questo caso parliamo di un viaggio on the road a bordo di una moto, ma altro che Sud America! Ted Simons monta in sella nel 1973 e ne scenderà solo 4 anni dopo, non prima di aver guidato per ben 103.000 chilometri e aver attraversato 45 paesi, sparsi in tutti e 5 i continenti. Roba da far impallidire qualunque centauro!
Parliamoci chiaro: sebbene sia un libro di viaggio on the road adatto a tutti, è il cuore dei motociclisti che conquisterà con più facilità. Ovviamente ci sono i racconti dei luoghi, delle culture e delle persone con cui condivide parte dell'esperienza, ma non c'è dubbio che buona parte del pathos dell'opera è data da quei dettagli che solo un motociclista può davvero comprendere: la pioggia improvvisa quando il primo riparo dista centinaia di chilometri, la foratura improvvisa di una gomma nel bel mezzo del nulla, l'ansia del captare inquietanti rumori provenienti dal motore. Insomma, cose che solo un vero appassionato delle due ruote potrà capire sono in fondo.
Per il resto, è comunque un libro di viaggio da leggere, soprattutto se vorreste conoscere il mondo, ma non avete la possibilità di partire per almeno 4 anni.
Un viaggio on the road, certo, ma anche un libro che parla di superamento del dolore, di fuga, di rinascita. L'autore ci parla senza troppi giri di parole del suo matrimonio andato in fumo, del lavoro perso e della sua vita, che in poco tempo si riduce in cenere. Ed ecco l'idea: ritrovare se stessi e la felicità partendo in solitaria, a bordo di un furgone battezzato simbolicamente Ghost Dancing.
L'itinerario sarà un classico percorso ad anello, che conduce l'autore dalle albe della costa est, ai tramonti della costa ovest e ritorno, in un'America lontanissima dai circuiti turistici e non ancora intaccata da quel sogno americano che plasma invece i distretti più sviluppati. La provincia, la sconfinata provincia americana è la vera protagonista di questo libro sui viaggi on the road, quella in cui si incontrano i personaggi più interessanti, vivi, poliedrici.
Insomma quella attraversata dalle strade blu, il modo in cui gli americani di una volta chiamavano le arterie secondarie e che, in modo suggestivo, da titolo all'opera. Un libro di viaggio on the road da leggere, per capire che viaggiare può essere anche una cura per l'anima.
Sei libri diversi fra di loro per sei modi differenti di affrontare un viaggio. Ma che importa: come diceva Kerouac, l'importante è andare!
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